ITINERARI

Un viaggio nella Ferrara ebraica

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La comunità ebraica di Ferrara ha origini antichissime e la città conserva numerose testimonianze della sua storia: dal periodo di massima fioritura sotto la protezione gli Estensi a quello della segregazione nel quartiere del 'ghetto' durante il dominio pontificio e l'epoca fascista.

Ti proponiamo di attraversare i ricordi di questo pezzo di storia con un itinerario che parte dal Cimitero Ebraico, il più antico della regione e tutt’ora in uso, passando per l'edificio delle Sinagoghe, nella via principale dell'antico ghetto, dove sono state posizionate le pietre d'inciampo. Per terminare, il MEIS, Museo dell’Ebraismo Italiano e della Shoah, apre lo sguardo sulla storia e cultura degli Ebrei italiani.

Un'esperienza da vivere e da ascoltare, accompagnati dalle voci di figure chiave della comunità ebraica ferrarese, come il Rabbino Luciano Meir Caro e Fortunato Arbib, Presidente della Comunità Ebraica di Ferrara.

tra silenzio e memoria: il cimitero ebraico

L’itinerario parte da un luogo che invita al raccoglimento: il Cimitero Ebraico di via delle Vigne. Fondato nel 1588, è un angolo sospeso nel tempo, dove i vialetti di ghiaia si snodano tra alberi secolari e silenzio. Ancora oggi attivo, il cimitero custodisce oltre 1400 lapidi, molte delle quali sommerse dal terreno, come emerso da uno studio recente.

Tra i nomi incisi nella pietra, uno in particolare risuona forte: quello di Giorgio Bassani, uno dei più grandi scrittori italiani del Novecento. Con le sue opere ha dato voce alla memoria della comunità ebraica ferrarese, raccontando con profondità e delicatezza le vicende. Il suo romanzo più celebre, Il giardino dei Finzi-Contini, narra la storia di una famiglia ebrea ferrarese durante la Seconda Guerra Mondiale, il cui destino sarà segnato dalle leggi razziali e dalla persecuzione.

Le pietre che parlano: via mazzini e le sinagoche

Proseguendo verso il centro, lungo via Montebello e via Terranuova, si raggiunge via Mazzini: cuore dell’antico ghetto ebraico istituito nel 1627. Oggi è una strada vivace e frequentata, ma conserva ancora intatti i segni della memoria.

In tre punti diversi (ai civici 14, 85 e 88), le pietre d’inciampo ricordano i nomi di cittadini ebrei deportati e mai tornati. Al civico 95 si trova invece l’ingresso dell’edificio delle Sinagoghe, riconoscibile dalle due lastre in marmo ai lati dell’ingresso: è tuttora un luogo di culto attivo. Camminare in queste vie significa confrontarsi con un intreccio di emozioni, dove il passato continua a farsi sentire in ogni dettaglio.

vicoli di storia: via vignatagliata e via vittoria

Dal corso principale del ghetto si diramano due vie più intime e raccolte: via Vignatagliata e via Vittoria. In queste strade silenziose si trovavano le abitazioni e la scuola ebraica, dove insegnò anche Giorgio Bassani dopo l’emanazione delle leggi razziali.

In via Vignatagliata, una targa ricorda Isacco Lampronti, medico e rabbino del Settecento, cui è dedicata una graziosa piazzetta. Qui si respira ancora l’atmosfera autentica di un quartiere che ha saputo custodire la propria identità nel tempo, tra dedizione, studio e resistenza.

Storie nascoste: la colonna di borso d'este

Camminando verso Piazza Trento e Trieste, proprio di fronte alla Cattedrale, ti imbatterai nella Colonna di Borso d’Este. A prima vista appare come un monumento celebrativo, ma al suo interno custodisce una storia dolorosa. Nel Settecento, durante un intervento di restauro furono utilizzate, per ordine dello Stato Pontificio, alcune lapidi provenienti dal cimitero ebraico. Un gesto simbolico e concreto di intolleranza verso la comunità ebraica. 

Solo nel 1960, in occasione di un nuovo restauro, le lapidi vennero ritrovate e riconosciute: le iscrizioni in ebraico emersero, riportando alla luce un capitolo rimosso della storia cittadina.

Un ponte tra passato e presenta: il Meis

L’itinerario si conclude al MEIS, il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah, ospitato negli spazi dell’ex carcere cittadino, dove durante il fascismo furono detenuti ebrei e oppositori politici. Il museo racconta oltre duemila anni di storia ebraica in Italia, dall’età romana fino ai giorni nostri. 

Il percorso permanente "Ebrei, una storia italiana", le mostre temporanee e il suggestivo Giardino delle Domande (un labirinto verde ispirato alle regole della kasherut) offrono un’esperienza intensa e immersiva.

Un luogo dove cultura, memoria e identità si incontrano, aprendo uno sguardo consapevole sul passato e sul futuro.

Ascolta le voci della comunità ebraica di Ferrara
Un podcast realizzato dal Comune di Ferrara con il contributo di Destinazione Turistica Romagna e la collaborazione della Comunità Ebraica di Ferrara, del MEIS e dell’Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara.

Un viaggio tra storie, memorie e tradizioni, raccontate da chi le vive ogni giorno: il Rabbino Luciano Meir Caro, il presidente Fortunato Arbib e altre figure chiave della cultura ebraica locale ti guideranno alla scoperta di un patrimonio che attraversa i secoli.

Premi play e lasciati condurre in questo racconto unico.