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Quando si parla di Nino Migliori a Ferrara, "ci si toglie il cappello". La mostra antologica al Castello Estense, organizzata da Ferrara Arte e i Servizi Musei d’Arte del Comune di Ferrara in collaborazione con la Fondazione Nino Migliori, mette in luce il lavoro di uno dei massimi esponenti della fotografia sperimentale italiana. Denis Curti cura l'esposizione, mostrando come la fotografia di Migliori abbia esplorato e rinnovato il linguaggio visivo.
L'esibizione inizia con una serie di autoritratti che spaziano dagli anni Quaranta ai Settanta, proseguendo con "Muri e Manifesti strappati", un viaggio attraverso le decadi che rappresenta la città come una tela di espressioni strappate e riapplicate, simbolo di un paesaggio urbano in continua evoluzione.
Il segmento "Gente", dagli anni Cinquanta, offre uno sguardo intimo sulle comunità dell’Emilia, del Sud, del Nord e del Delta, riflettendo le influenze del cinema neorealista e fornendo una finestra sulla vita italiana postbellica attraverso il prisma della fotografia.
Negli anni successivi, Migliori ha ampliato il suo raggio d'azione includendo tecniche come l'ossidazione fotografica e i polarigrammi, spingendo i confini tra realtà e immaginazione. La mostra offre una visione completa del suo viaggio creativo, dalle serie figurative agli esperimenti che sfidano la percezione visuale.
Negli anni Novanta, Migliori ha esplorato la sequenzialità visiva in opere come "Binario morto" e "Alfabeto immaginario", creando narrazioni visive che esplorano la trasformazione e il movimento attraverso spazi abbandonati o oggetti trascurati. "Polifanie" (1983) e "Arabesque" (2022-23) sono esempi del suo approccio ludico e dissacrante alla composizione fotografica, scomponendo e ricomponendo immagini per esplorare nuove forme narrative.
Anche il lavoro di Migliori con le Polaroid, come nelle serie "Trasfigurazioni" e "Strappi", mostra la sua continua ricerca nell'espandere le potenzialità della fotografia come medium artistico e mezzo di espressione personale.
Il percorso espositivo non è solo una retrospettiva del suo lavoro ma anche un'invitazione a considerare la fotografia come un campo di sperimentazione senza fine, ispirando le nuove generazioni a esplorare e innovare con strumenti moderni come l'intelligenza artificiale.
La mostra resterà aperta fino al 3 giugno 2025, rappresentando un'occasione imperdibile per immergersi nell'universo visivo e creativo di Nino Migliori.
Ph. di Francesca Occhi